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lunedì 30 giugno 2014

SI FA PRESTO A DIRE CARNE. . .

" Gli animali sono amici miei. . . e io non mangio i miei amici."

G.B. Shaw


UNO SGUARDO INTERROGATIVO. . . 

In questi ultimi tempi, incontro sempre più persone vegetariane se non addirittura vegane.
Certo, forse anche i recenti scandali sulle carni avariate, vendute con sigilli contraffatti, hanno suscitato un certo panico, ma non credo sia questo il motivo di una scelta così definitiva.


Penso invece che qualcosa stia cambiando, forse proprio la mentalità delle persone e penso che questa corrente " etica ed ecologica", stia soffiando forte, aprendo un varco sempre più grande.


Io stessa, che non sono vegetariana e che amo il cibo, mi sto sempre più allontanando dall'idea di cucinare, per pranzo o cena, piatti di carne. Anche perchè è sempre più difficile trovare carne di qualità. E piuttosto che una cattiva bistecca è, certamente preferibile, mangiare qualcos'altro.


Non che la carne non mi piaccia, anzi, se ben preparata, può diventare un piatto molto invitante e saporito.
Ma, un po' perchè oramai è prevalente l'opinione che, in grande quantità, non faccia bene all'organismo, un po' perchè sempre più si sta diffondendo una coscienza rispettosa della vita degli animali, io stessa mi sto pian piano convincendo che possano esistere alternative anche migliori.


Non è facile diventare vegetariani di colpo, bisogna elaborare un pensiero diverso, tutta una filosofia di vita che sia saggia, rispettosa e soprattutto costante e coerente.


Forse questi anni, sono anni di transizione. Sia per una questione di coscienza personale, sia per una questione di sostenibilità ambientale.  Quindi probabilmente, col tempo,  arriverà il giorno in cui l'umanità intera,  non dovrà più uccidere, per nutrirsi.

Allora le parole di Marco Roveda ( fondatore di Lifegate" ), potrebbero risuonare profetiche . " Ci stiamo avviando sempre più verso un'epoca in cui potremo dire, parlando dei nostri tempi, "quando ancora gli uomini si nutrivano uccidendo". Come dopo l'età della pietra è venuta l'età del bronzo e poi quella del ferro, un giorno raggiungeremo "l'età della vita" in cui non ci sarà più bisogno di uccidere per vivere"

TARTARE DI CHIANINA : DAVVERO IRRINUNCIABILE?

Perchè, in fondo, come sosteneva Gandhi : " Il nostro prossimo è tutto ciò che vive".

giovedì 26 giugno 2014

IL PEPERONE: CHE COLORE, CHE BONTA' !



PROVERBIO :  " Dei palati uguaglianza non può stare, perciò non s'ha dei gusti a disputare."


PEPERONI CARAMELLATI : COLORATI E SQUISITI.

Ortaggio di stagione, il peperone colora la nostra tavola d'estate.
E' vero che al mercato si trovano durante tutto l'anno ma, si sa anche che la stagionalità dona genuinità e sapore. Quindi questa è la stagione migliore per gustarlo.
Può essere cucinato in mille modi, perfino lo si può assaporare crudo, affettato sottile sottile, in insalata.
E' un ortaggio ricco di vitamine, in particolar modo di vitamina C e di provitamina A. Ma anche B e E. Inoltre non mancano i sali minerali , specialmente potassio, magnesio e calcio.
Come quasi tutte le verdure, il peperone fornisce tante fibre e poche calorie.

La mia ricetta preferita è quella di mio nonno, cioè quella dei peperoni ripieni.
(Ne ho già parlato in questo blog, riportando la ricetta nel post "I peperoni più buoni del mondo." in data 11 giugno 2012)
Ma quando si ha meno tempo o meno voglia di cucinare vanno bene anche altre preparazioni che richiedono minor tempo e solo minima dedizione verso la cucina.


PEPERONI ABBRUSTOLITI E SPELLATI : QUASI UNA TAVOLOZZA DI PITTORE.

Mi piacciono pure molto i peperoni caramellati che io spesso accompagno a semplice riso scolato, condito con un po' di olio extravergine di oliva.
Il candore da una parte, il colore dall'altra. Perchè, come recita il proverbio, "anche l'occhio vuole la sua parte".
E che dire dei peperoni abbrustoliti e poi spellati, conditi solo con un po' di olio, sale, pepe, aglio e prezzemolo ?  C'è pure chi prepara una veloce salsa con pangrattato ed acciuga e la versa sopra, giusto per non farsi mancare nulla.
Buonissimi sono anche i peperoni tagliati a pezzi e fritti in poco olio. Se poi all'ultimo, nella stessa padella si aggiungono tocchetti di patata lessa, rosolando e mischiando tutto per bene, il piatto diventa ancor più appetitoso.
E' un matrimonio questo, sempre ben riuscito.


PEPERONI RIPIENI DEL NONNO BEPPI

Insomma, nella tavola estiva, il peperone è un ottimo e colorato protagonista.

RICETTA PEPERONI CARAMELLATI :

Scaldare un po' di olio evo in una larga padella e far rosolare i peperoni tagliati a listarelle. Non mettere il coperchio e cucinare tenendo il fuoco al minimo. Mescolare di tanto in tanto. Quando cominciano ad ammorbidirsi aggiungere zucchero di canna, aceto di mele, sale e aceto balsamico. Continuare la cottura (sempre senza coperchio) mescolando spesso, perchè lo zucchero tende ad attaccare.
Quando i peperoni si presentano belli "appassiti" il piatto è pronto.

lunedì 23 giugno 2014

UN POSTO MOLTO CARINO !

" La grande pace si trova nelle piccole faccende"

Geoffrey Chaucer




Ecco qui, nella Venezia insolita, una piccola, piccola oasi di pace.
Si tratta della " Serra dei Giardini" in Viale Garibaldi 1254, Castello.



Un locale di fascino, situato in una vecchia serra per piante da giardino, che attraverso il restauro promosso dal Comune di Venezia, è tornato al suo splendore.
Gestito dalla  ONLUS " NON SOLO VERDE ,"dove lavorano tanti giovani ragazzi che si danno un gran daffare, questo luogo propone anche laboratori didattici per bambini, affinchè comprendano l'importanza dell'ambiente naturale circostante.


Anche questo è un modo per tenere in vita luoghi storici e caratteristici che altrimenti cadrebbero in degrado. Un modo per salvaguardare il bello che c'è intorno a noi, in modo intelligente e creativo.



Dalla colazione all' "after dinner", questo locale, con tavolini anche all'aperto, offre piatti semplici, veloci ma ben preparati. In poche parole i tipici "cicheti" veneziani. Nonchè bibite, aperitivi e cocktails.



Dal baccalà mantecato alla torta salata, dalle sarde in saor, ai moscardini con polenta. Insomma un pot pourri della tradizionale cucina veneziana, magari un po' rivisitata e sempre piacevole.


Non manca inoltre la possibilità di acquistare qualche piantina, sia da giardino che da orto. Il vivaio, sempre attivo, offre, come citato nella simpatica locandina, piantine anche per i coltivatori più esigenti.


Insomma qui si può gustare una cenetta al fresco della brezza marina, magari con l'accompagnamento di musica dal vivo per poi tornare a casa e mettere a dimora una pianta speciale di pomodori.


Molta attenzione viene dedicata anche alla flora locale, e proprio qui, per valorizzare questo concetto, è stata creata "la barena nella vasca".
Un insieme di specie spontanee che vegetano bene in laguna, tra sole, vento e salmastro.



Insomma un posto molto carino questo, intelligentemente fuori dai soliti schemi dei locali fashion. Un luogo dove spesso vengono ospitati eventi culturali, spettacoli teatrali e concerti. Un luogo meritevole di visita.

giovedì 19 giugno 2014

NON LA SOLITA VENEZIA. . .

". . . egli si abbandonò a quel richiamo che intese come un misterioso messaggio, e respirò a fondo l'odore dell'acqua che scorre intorno alle case, un odore unico al mondo, che stimola la mente più di qualsiasi profumo."

Alberto Bevilacqua




Un percorso diverso, non il solito giro della Venezia dei turisti.
Più una Venezia di terraferma che di laguna. Dove però ogni refolo d'aria trasporta con sè quell'odore dell'acqua tipico veneziano, davvero unico al mondo.
Che qui si mescola al profumo del verde circostante, degli alberi di tanti giardini nascosti.


Una Venezia pacata e tranquilla, lontana dalla folla, dal rumore, dalla confusione.
Una Venezia di quei veneziani che abitano in zone quasi dimenticate, non menzionate nelle guide turistiche.




Zone dove forse sono venuti ad abitare per scelta, per essere fuori dal clamore, dalla ressa, dalle traiettorie del turismo di massa.


Qui ci sono viali alberati, giardinetti pubblici, case circondate dal verde, proprio come in una qualsiasi città di terraferma.



Ma da lontano si scorge sempre l'acqua perchè questo è, per Venezia, un legame imprescindibile. Altrimenti non sarebbe più la città che realmente è.




In fondo al viale svetta la statua dedicata a Giuseppe Garibaldi. Quasi a sottolineare l'unione con il resto della penisola, perchè l'Italia è una sola, tutta unita.


E pian piano, camminando sotto un sole caldo e un po' afoso, alla fine ci si addentra tra calli e campielli, caratteristici protagonisti di questa città.


E qui, lontano dal Canal Grande, da Rialto e da Piazza San Marco, sventolano i panni stesi ad asciugare.



Lontana dallo sguardo curioso dei turisti, la gente del posto vive la propria quotidianità.



Quotidianità fatta anche di piccole cose, di piccole cure giornaliere. Come tenere sempre lindo, di un bianco immacolato, il pizzo che orna il capitello di Gesù.








E camminando, camminando, si svelano, uno per volta, dettagli inediti che sorprendono, che ci fanno restare ammirati.


Come la statua della Madonna con l'ombrellino o i vasi di fattura siciliana alle finestre di un bel palazzo veneziano.



Ed ecco, vicino al tipico comignolo veneziano, una statua di Atlante che sorregge con gran fatica tutto il peso del mondo. . .


Durante il percorso per arrivare all'Arsenale si incontrano poche persone, mentre alcune turiste americane si concedono un'avventura in canoa.



Ed eccolo l'Arsenale, oramai divenuto una delle sedi storiche della Biennale di Architettura.




Emana un fascino particolare, sotto lo sguardo vigile del leone di San Marco.



Anche i nomi delle calli rimandano a personaggi e a storie antiche, sono infatti sempre molto evocativi.


Intanto, nel calore della giornata estiva, sembra incredibile che questi fiori conservino tutta la loro freschezza, tanto da sembrare finti.



Poi, sopraggiunto il buio,  come ultima immagine, due finestre illuminate che lasciano spazio all'immaginazione.
Venezia ti rende sempre spettatore di uno spettacolo che non finisce mai. . . 

lunedì 16 giugno 2014

ACANTHUS

" Niente di grande  è stato fatto al mondo  senza il contributo della passione"

G. W. Friedrich Hegel



Acanto era il nome di una ninfa amata da Apollo il quale, la trasformò in fiore.
Mitologia a parte, non saprei dire se la foglia dell'Acanthus mi piace di più in versione naturale oppure nella sua versione architettonica, sul capitello corinzio.


Sicuramente si tratta di una pianta importante,"statuaria", che dona una certa classicità al giardino. Forse, proprio per questo, si adatta molto bene ai giardini storici, ai giardini classici all'italiana, (quelli disegnati e costruiti con i labirinti di bosso), cioè a giardini eleganti e formali.



Nonostante ciò io ho piantato l'Acanto nel mio giardino, in modo disinvolto, sotto l'ombra di un albicocco. Ma tutto sommato l'effetto, secondo me, è gradevole.



Se la parte fogliare è importante, ancor più importanti sono i fiori.  Di forte impatto visivo, sono costituiti da spighe, robuste ed erette, alte fino a due metri.



Questa pianta non necessita di cure particolari e vegeta bene in mezz'ombra anche se la bellezza dei fiori viene esaltata dai raggi del sole.


Forse è una pianta un po' in disuso, infatti è raro trovarla presso i vivai. Ma poichè è una pianta  facile da dividere e ripiantare (in piena terra), si possono così moltiplicare il numero di esemplari. A me è stata regalata ed anche io l'ho regalata a mia volta, dividendone il cespo in primavera.


In fondo, visto che non mi piacciono le omologazioni, penso che questa fioritura insolita e non così scontata, renda il giardino particolare e personale.


Personale sicuramente, anche se probabilmente non perfettamente coerente e consequenziale.
Anzi, direi che il mio giardino è molto mescolato o forse addirittura slegato.
Ma mi va bene così e mi consolo con le parole di Paul Claudel : " L'ordine è il piacere della ragione; ma il disordine è la delizia dell'immaginazione".


giovedì 12 giugno 2014

NON ASPETTARE. . .

"Quando ogni uomo avrà raggiunto la felicità, il tempo non ci sarà più."

Fedor Dostoevskij





" Non aspettare
di finire l'università,
di innamorarti,
di trovare lavoro,
di sposarti,
di avere figli,
di vederli sistemati,
di perdere quei quattro chili,
che arrivi il venerdì sera,
o la domenica mattina,
la primavera,
l'estate,
l'autunno e l'inverno.

Non c'è momento migliore di questo
per essere felice.
La felicità è un percorso,
non una destinazione.

Fai della felicità il tuo percorso. . . "

Madre Teresa di Calcutta


lunedì 9 giugno 2014

UN CAFFE' TRA LE OPERE D'ARTE.

" L'arte è una tregua spirituale e immateriale dalle difficoltà della vita."

Fernando Botero


AVVOLGENTE ELEGANZA

Parafrasando un noto spot pubblicitario, posso affermare che il caffè è sempre un gran piacere.
Se poi lo si assapora in un luogo di magica bellezza allora il piacere diventa sublime.


UN PARTICOLARE DELLE PARETI

Il Caffè di Palazzo Correr a Venezia è proprio un luogo così.
Tra stucchi, affreschi e opere d'arte di vario genere, qui si può sostare per una pausa, circondati dalla bellezza dell'arte.

LE LUCI SCINTILLANTI DEL SALONE DA BALLO

Il palazzo, già sontuoso di per sè, spesso è sede di mostre interessanti.

RICCHEZZA NEI DECORI

Questo museo infatti, anche da solo, merita una visita. Se in più qui viene ospitata una mostra, tanto meglio.

UNA DELLE INNUMEREVOLI MADONNE


Non ho potuto non riportare qualche Madonna, giusto per dare un'idea della bellezza che qui è custodita.  Ma debbo ammettere che  "de visu"  vi è, senza dubbio, maggior coinvolgimento.

ANGELI DEL CORO

Girando per le varie sale è tutto un ammirare ciò che il genio umano riesce a creare e si ha un po' la sensazione di perdere la cognizione del tempo.

UN'ALTRA PREZIOSA MADONNA

Mentre fuori, nella piazza, c'è tanta animazione. E sorrido intenerita, guardando questi due ragazzi, venuti da così lontano, per dire il loro sì, nella città più romantica del mondo.

A LORO UN GRANDE " IN BOCCA AL LUPO! "