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martedì 25 settembre 2012

DEJEUNER SUR L'HERBE : ULTIMA CHIAMATA.

 (particolare di ) DEJEUNER SUR L'HERBE di CLAUDE MONET conservato al MUSEE D'ORSAY a PARIGI

E' bello ritrovarsi, al ritorno dalle vacanze, ancora all'aperto, in giardino o in terrazzo, approfittando dell'ultimo tepore di fine estate.
Sotto il portico, tra le ortensie e la rosa rampicante, per un incontro di chiacchiere senza impazzire ai fornelli, basta un menu semplice, con sapori di passaggio tra l'estate e l'inizio autunno. Giusto per il piacere di stare insieme (spero la pensino così anche gli ospiti)
Ciò che conta di più è incontrasi ed il cibo diventa quasi un optional.
Tra non molto dovremo ricoverare al coperto le piante che temono il freddo, l'umidità, la nebbia. E anche noi preferiremo ritrovarci nel tepore , tra le mura domestiche.  Quindi, davvero ultima possibilità per una colazione all'aria aperta : non lasciamocela sfuggire.

Questa ricetta di PATATE ALLA SORRENTINA è un pò insolita e di facile esecuzione. E' un mix di sapori tra l'estate e l'autunno. Ci sono i limoni della Costira Amalfitana ma anche le patate del Trentino. Si accompagna bene a pesce bianco.

ESECUZIONE :

Pelare alcune patate non troppo grosse, lavarle e tagliarle in 2 o 3 pezzi nel senso della lunghezza e porle in una ciotola con acqua fredda.
Intanto ungere di olio una pirofila da forno, adagiare sul fondo delle fette di limone, utilizzando solo quelle polpose centrali. Posare sopra i pezzi di patate con la parte tagliata verso il basso. Irrorare il tutto con una citronette preparata con succo di limone ed una quantità doppia di olio extravergine di oliva, sale, pepe. Cospargere con aghi di rosmarino e infornare a 180 gradi per circa 50 minuti. Ogni tanto controllare ed eventualmento dare qualche minuto di grill, prima di  servire in tavola.




giovedì 20 settembre 2012

POMODORI VERDI ? FACCIAMO UNA COMPOSTA.


Sono gli ultimi, e oramai, almeno qui nel mio giardino, hanno troppa ombra e troppo poco calore. Non potranno più maturare e, lasciandoli sulla pianta, di sicuro marcirebbero.
Ma è un vero peccato buttarli via. Sono belli e possono essere anche buoni.
Questa è la ricetta di una composta, facilissima da fare, di sapore agro-dolce. Per accompagnare carne arrosto o, ancor meglio, alla brace.

ESECUZIONE :

Tagliare a pezzetti (senza la parte interna bianca) 500 gr. di pomodori verdi assieme ad una piccola cipolla rossa e a mezzo peperone verde. In una casseruola, rosolare il tutto con 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, aggiungere poi 2 cucchiaini di zucchero, sale, pepe e 5-6 cucchiai di aceto di lamponi o di mele. Coprire e lasciar cuocere a fiamma bassissima per circa 40-50 minuti.
Di tanto in tanto controllare e schiacciare con una forchetta , aggiungendo un pò di acqua se necessario.
Servire la composta a temperatura ambiente o fredda.

COMPOSTA DI POMODORI VERDI

martedì 18 settembre 2012

UN POMERIGGIO A VERONA

photo destination360.com

Sarà che ci sono nata, ma per me, Verona è una città bellissima. Grande quanto basta per essere vivace ed interessante, ma assolutamente a misura d'uomo.
Attraverso i suoi monumenti, le sue chiese, i suoi palazzi, spiega la storia, attraverso i suoi abitanti, aperti e cordiali, offre accogliente ospitalità.
E così, vista la vicinanza, quando posso mi faccio un giro da queste parti, perchè ci sono sempre ottimi motivi.

Eccone alcuni :

1  Prenotarsi una serata di emozione all'Arena o a Teatro Romano, sotto un cielo stellato.

2  Scrivere un biglietto a Giulietta, perchè porta fortuna agli innamorati.O accarezzarne la statua.

3  Gustare i celebri "baci di Giulietta", tipici dolcini al cacao e mandorle.

4  Entrare in una delle possibili enoteche per assaporare un buon calice di Amarone o di Recioto.

5 Scoprire, nella sua magnificenza, il trittico del Mantegna nella romanica Basilica di S.Zeno.

6 Sedersi all'antico Caffè Filippini, in piazza delle Erbe, incantati dal suggestivo panorama, sorseggiando l'aperitivo della casa,rosso rubino.

7 Sfogliare l'arte nella libreria-galleria Catullo.

8 Godersi la bontà di una classica pizza al Leon d'oro, immersi nel verde, tra alberi secolari e lanterne accese.

9 Gustare con calma il semifreddo da passeggio della gelateria Savoia : un pannoso dado all'amaretto tra due croccanti sfoglie di wafer.

10 Comperare le paste frolle di S.Lucia : così friabili e inzuccherate sembrano biscotti degli angeli.


E poi camminare, camminare, perdersi tra la gente , lungo vicoli e piazze, senza dimenticare una romantica passeggiata lungo il corso dell'Adige con i suoi antichi ponti. Verona è questo e molto altro.
Forse, dopo tutto ciò, anche a voi, Verona resterà nel cuore. . .

CAFFE' FILIPPINI NEL CUORE DI VERONA



venerdì 14 settembre 2012

I COCKTAIL DI HEMINGWAY.

RISTORANTE BAR " BODEGUITA DEL MEDIO A L'AVANA  CUBA. foto Wikipedia


Quella volta disse : " Mi mojito en la Bodeguita, mi daiquiri en El Floridita "
E fu subito mito. La frase è ancora là, sul muro del locale, a perpetuarne il ricordo. Ricordo di una storia fatta di voci, di personaggi (tra cui Pablo Neruda, Salvador Allende ) di racconti di vita , di atmosfere e di bicchieri. . .
Da tempo ormai questi cocktail sono di casa anche qui, specialmente il mojito. Ne esistono diverse varianti rispetto alla ricetta tradizionale che è un pò meno alcolica di quella europea.
Ognuno ha il piacere di sperimentare a proprio modo, ma la ricetta sotto riportata si avvicina parecchio a quella tradizionale. E ad ogni sorso, la mente vola lontano. . .

 MOJITO ESECUZIONE :

In un bicchiere da long drink versare un cucchiaio di zucchero di canna, il succo di mezzo lime,qualche foglia di menta fresca e mescolare. ( non pestare per non far sprigionare le note amare della menta ) Riempire il bicchiere di ghiaccio tritato, versare 6 cl di rhum chiaro ed una spruzzata di soda. Guarnire con un rametto di menta e servire

MOJITO  foto  BAR-MAGENTA.IT


ERNEST E MARY HEMINGWAY E SPENCER TRACY AL FLORIDITA  HAVANA CUBA foto Wikipedia 

DAIQUIRI ESECUZIONE :

Versare il succo di mezzo limone, 2 cucchiai di zucchero bianco e 5 cl di rhum in uno shaker pieno di ghiaccio tritato e agitare. Servire in coppa da cocktail ghiacciata.
DAIQUIRI foto thisiscuba.net






martedì 11 settembre 2012

" QUEL MAZZOLIN DI FIORI. . ."

FIORI DI CAMPO E HIBISCUS SYRIACUS

Nel cestino della mia bicicletta tengo sempre un paio di cesoie. A dir la verità, ne ho un paio anche in auto perchè non si sa mai. Andando in giro qua e là, può sempre capitare di imbattersi in un esemplare di pianta particolarmente interessante e speciale.
Allora staccarne un pezzetto ( con discrezione , si intende ) non sarà poi un così grande reato. . .
La tentazione della talea è sempre presente.
E, andandando in bicicletta, è ancor più facile lasciarsi tentare, perchè è tutto più comodo.
E poi, pedalando, passo molto spesso davanti ad una casa colonica abbandonata ( che fortuna ! ).
Dalla recinzione sporgono diversi tipi di piante come il sambuco, il piracanta, l'ortensia, la rosa canina, l'edera ed altro ancora.
E così, di tanto in tanto, quando le fioriture del mio giardino languono, mi consolo componendo un furtivo mazzolino di fiori.
Ma, altre volte, so anche accontentarmi dei semplici fiori di campo o di erbe selvatiche. Sono una alternativa che a me piace tanto. Magari aggiungo un fiore del giardino, che da solo, sarebbe troppo poco.
In questo modo porto sulla tavola, altrimenti sguarnita, un fiorito tocco di campagna.
Sempre una gentilezza, per chi sa apprezzare.

FIORI DI CAMPO E ROSELLINE

venerdì 7 settembre 2012

FIERO L'OCCHIO, SVELTO IL VOLO. . .


GUFO
Nelle notti di luglio e agosto, l'aria calda e talvolta afosa, entra dalle finestre aperte, portando con sè il cri-cri dei grilli, il flebile gracidare delle rane ( le poche rimaste ), e il concerto delle cicale.
Ma più tardi, nel cuore della notte, regna il silenzio. Interrotto, a tratti, dai versi degli uccelli notturni.
Civetta, gufo, barbagianni, allocco ? A dire il vero, non saprei. . .
 Ma quella specie di soffio, credo sia il verso del gufo.
 Invece sono sicura di riconoscere il verso della civetta, anche perchè lo sento quasi tutte le notti.
 E' un suono forte, ripetitivo, anche stridulo che a volte pure mi sveglia.Non proprio un canto soave come quello dell'usignolo. . .
Ma nel calore della notte, nell'oscurità, questi versi di animali, trasmettono una profonda sensazione di natura primigenia, selvaggia, ignota. Che ha il suo fascino.
Gli uccelli notturni, nelle credenze popolari del nostro tempo, vengono percepiti come portatori di sventura e per questo, talvolta, ingiustamente cacciati.
 Ma non è sempre stato così.
Nella mitologia greca e romana la civetta, per esempio, era sacra alla dea della sapienza Atena-Minerva. E ancora oggi nel mondo arabo la civetta è simbolo di fortuna. Anche nel nostro Sud, retaggio di un passato non così tanto lontano.
E qui, i maestri della ceramica e della maiolica, si sbizzarriscono nel proporre questo soggetto con forme e colori sorprendenti, un portafortuna, insomma, più vicino all'arte che alla superstizione.
CIVETTA foto ceramicheripullo.com
Tra qualche tempo, l'aria si farà fresca e le finestre verranno chiuse. E un pò mi spiace. Addio alla mia bella estate e a quei suoni particolari,di tante calde notti di luglio e agosto.

lunedì 3 settembre 2012

SALSA DI FICHI D' INDIA. PER PESCI E CARNI BIANCHE.

FICHI D'INDIA IN PIENA FIORITURA
Non ho ancora voglia di cibo cittadino, preferisco sapori vacanzieri, anche un po' particolari.
Nonostante il tempo uggioso, qui al Nord, sono recidiva e cerco ancora l'estate nel piatto. . .
Ecco allora, una salsa piuttosto insolita, che bene accompagna pesci e carni bianche, tipo pollo e tacchino.
E' una ricetta facile, che ci riporta alle vacanze e che sa di sole. . .

SALSA AI FICHI D'INDIA :

Circa 10, 12 fichi d'India , un cucchiaino abbondante di sale, un cucchiaio di succo di lime, un cucchiaino abbondante (dipende dai gusti) di crema di rafano, sale e pepe.
Dopo aver pulito i fichi d'India, tagliarli a pezzetti e frullarli con il sale, il pepe. Versare metà della purea in un pentolino e portare a leggera ebollizione, mescolando. Unire il succo di lime, il rafano, e spegnere il fuoco. Unire la metà della purea rimasta, anche con qualche pezzettino di fico,  mescolare bene e servire in salsiera.