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venerdì 7 settembre 2012

FIERO L'OCCHIO, SVELTO IL VOLO. . .


GUFO
Nelle notti di luglio e agosto, l'aria calda e talvolta afosa, entra dalle finestre aperte, portando con sè il cri-cri dei grilli, il flebile gracidare delle rane ( le poche rimaste ), e il concerto delle cicale.
Ma più tardi, nel cuore della notte, regna il silenzio. Interrotto, a tratti, dai versi degli uccelli notturni.
Civetta, gufo, barbagianni, allocco ? A dire il vero, non saprei. . .
 Ma quella specie di soffio, credo sia il verso del gufo.
 Invece sono sicura di riconoscere il verso della civetta, anche perchè lo sento quasi tutte le notti.
 E' un suono forte, ripetitivo, anche stridulo che a volte pure mi sveglia.Non proprio un canto soave come quello dell'usignolo. . .
Ma nel calore della notte, nell'oscurità, questi versi di animali, trasmettono una profonda sensazione di natura primigenia, selvaggia, ignota. Che ha il suo fascino.
Gli uccelli notturni, nelle credenze popolari del nostro tempo, vengono percepiti come portatori di sventura e per questo, talvolta, ingiustamente cacciati.
 Ma non è sempre stato così.
Nella mitologia greca e romana la civetta, per esempio, era sacra alla dea della sapienza Atena-Minerva. E ancora oggi nel mondo arabo la civetta è simbolo di fortuna. Anche nel nostro Sud, retaggio di un passato non così tanto lontano.
E qui, i maestri della ceramica e della maiolica, si sbizzarriscono nel proporre questo soggetto con forme e colori sorprendenti, un portafortuna, insomma, più vicino all'arte che alla superstizione.
CIVETTA foto ceramicheripullo.com
Tra qualche tempo, l'aria si farà fresca e le finestre verranno chiuse. E un pò mi spiace. Addio alla mia bella estate e a quei suoni particolari,di tante calde notti di luglio e agosto.

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